Politecnico di Milano - Polo regionale di Lecco
Un archivio in vita
UN ARCHIVIO IN VITA

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Un archivio in vita

Presentazione del progetto

Questa mostra non vuole essere un esercizio della memoria ma piuttosto un luogo di attivazione del presente.

Il titolo scelto, un archivio invita, nasce dal desiderio di aprire una traccia vitale, invita-nte appunto, che promuova e stimoli più ampie e ambiziose avventure: aprire nuovi possibili percorsi per immaginare il futuro.

La mostra nasce dalla consultazione dell’archivio personale di Giuseppe Riccardo Badoni, ancora oggi custodito in una stanza dedicata nella casa famigliare e “dell’Archivio della famiglia Badoni”, depositato dalla famiglia stessa, titolare delle carte, presso i Musei civici di Lecco nel 1989 e successivamente donato nel 1998. In particolare, nella mostra si dà vita al personaggio di Giuseppe Riccardo Badoni, attivo sulla scena lecchese, nazionale e internazionale, per oltre 50 anni, tra il 1910 e il 1960. E’ lui il soggetto che in archivistica viene chiamato “produttore”. Ha generato nel corso della sua vita due archivi: uno famigliare e uno industriale.

Ha raccolto documenti ufficiali, lettere pubbliche e private, disegni, fotografie. Tutto è stato, su sue precise disposizioni, ordinato e catalogato in un ordine fisso. Proprio la fissità dell’ordine ha garantito e garantisce ai fruitori di ogni archivio di trarne una propria personalissima storia. Come per ogni scienza, anche per le ricerche di archivio, l’osservatore ha dato la propria forma all’osservato.

L’osservatore, in questo caso, è stata la famiglia e in particolare l’ultima figlia di Giuseppe Riccardo: Marta, mia prozia. Al lungo e condiviso lavoro di ricerca delle fonti, è seguita l’analisi.

Marta, medico psicanalista, ha ricostruito non solo la storia di un padre, ma dell’uomo e dell’industriale che fu.

Nella speranza di far vivere questa mostra e questi archivi, abbiamo puntato sulla vitalità della rete aprendo un sito internet anch’esso diviso in due sezioni: una relativa alla mostra e una relativa alle Officine Badoni. La speranza è che questo archivio virtuale possa restare in-vita, alimentarsi nel tempo con il lavoro di chi, dopo di noi, racconterà nuove storie.

Francesca Brambilla,

curatrice della mostra