Politecnico di Milano - Polo regionale di Lecco
Un archivio in vita
UN ARCHIVIO IN VITA

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Sogni e visioni

GRB, 23 anni appena compiuti, scrive sul suo Diario:

…Il mio sogno oggi si spinge al 1908; desidero di essere allora cogerente della Ditta, lavoratore amato e stimato; alla nostra industria vorrei dare un forte impulso, farla evolvere, perfezionarla; ciò è necessario e voluto dalla concorrenza, non bisogna mai indebolirsi mai cessare dal migliorare per conservare. Avanti, sempre avanti con coraggiosa prudenza, con buon senso, con un po’ di fortuna, portiamo il nostro stabilimento ad elevatissima altezza, esso deve farsi conoscere in Italia e fuori deve imporsi, deve essere stimato. E nel contempo provvediamo al benessere dell’operaio al suo miglioramento morale ed economico, esso prenderà affetto all’industria fra lui e noi devono esistere i rapporti che passano fra gli entusiastici collaboratori in una grande riforma. Questi i miei desideri, questo il mio sogno, questa la mia vita!...

- GRB, Gennaio 1906

GRB entra in azienda come cogerente nel 1908. La sua presenza attiva in azienda termina nel 1967. Sono passati quasi 60 anni: un tempo di tumultuosi cambiamenti nella vita di GRB, in Italia e nel mondo. GRB li attraversa cercando di non perdere di vista la visione iniziale: non bisogna mai cessare dal migliorare per conservare.

Farsi conoscere nell’Italia e nel mondo

L’attenzione alla Comunicazione delle attività della azienda è presente fin dagli inizi e sarà ripresa più tardi dalla figlia, arch. Sofia. GRB procede riprendendo le iniziative del padre e del nonno, premiato come azienda alla Esposizione Universale di Parigi nel 1855.

Alla Esposizione internazionale di Torino del 1911 sarà presente con una teleferica per il trasporto di persone, alla mostra marinara di Genova del 1914, con Bellani e Benazzoli presenterà una ferrovia aerea monorotaia.

Implicito in questa operazione di comunicazione è lasciare una memoria.

Una copiosa traccia del percorso suo e dell’azienda si vede ancora oggi nel materiale fotografico e nei film, si legge nelle fragili veline dei copialettere. L’Archivio tecnico è stato dichiarato di notevole interesse storico (1981). Alla sua organizzazione GRB provvede di persona come testimoniato da un ordine di servizio da lui firmato:

I lucidi saranno tradotti in copia seppia, le copie saranno raggruppate in rotoli di cento copie e custoditi in cilindri di latta disposti nel locale ausiliario. Di ogni disegno deve essere pure fatta una copia in carta solita da tenere nella posizione

- GRB, 1938

Questa mostra è anche un segno di speranza, un invito a non perderne le tracce.

Con gli operai

L’approccio di GRB ai metodi del lavoro contagerà gli operai. Non è tanto il prodotto finito che lo affascina, ma il metodo per produrre, la conoscenza dei materiali utilizzati, l’impiego delle macchine che possono alleviare, rendere più preciso o semplicemente possibile il lavoro dell’uomo. Intuisce i modi di procedere, il valore del fare esperienza, l’importanza data a un rapporto costante con gli operai, in fabbrica e sui cantieri. La lingua usata: il dialetto.

Sul finire della seconda guerra sarà a fianco degli operai intenti alla ricostruzione dei ponti sul Po a Mezzanacorte: al passaggio del primo treno gli operai lo portano in trionfo.

La sua filosofia per il lavoro: “si parte dalla gavetta”. Chi ha maggiore esperienza insegna ai nuovi arrivati: fatica, competizione, solidarietà. Sarà un sapere che si tramanda e che permette di crescere nell’azienda: più di un operaio ha ottenuto nel tempo posizioni altamente qualificate, al posto dei padri sovente subentreranno i figli.

In fabbrica si seguono i disegni e a volte, con orgoglio, si è in grado di scovarne i difetti. Saranno tracciatori, saldatori, carpentieri, montatori, accompagnati da un fitto lavoro di segreteria. Si chiede che ognuno sappia a quale commessa sta lavorando.

Per gli operai

All’ imparare sul campo si affiancherà agli inizi degli anni 50, la Scuola aziendale “Antonio Badoni”, fortemente voluta dalla figlia di GRB, Ing. Adriana. Le lezioni vengono impartite dopo il lavoro, all’interno dello Stabilimento, in aule espressamente attrezzate, da inseganti qualificate e dai tecnici dell’azienda. Vi si insegna italiano e materie tecniche.

Questa iniziativa verrà riassorbita con la fondazione dell’ELIP (Ente Lecchese per l’Insegnamento Professionale), fino all’attuale Istituto Tecnico Industriale Statale ‘Antonio Badoni’.

Si provvede alla salute dei dipendenti con l’organizzazione dello stabilimento, con l’installazione di adeguati servizi igienici, di un’infermeria attiva in sede e di un servizio mensa.

Dopo la seconda guerra mondiale verrà istituito un Ente benefico dedicato alla memoria del figlio Antonio. Sarà affiancato da un ‘Fondo di solidarietà interna’ alimentato da contributi volontari di operai e impiegati al quale la Ditta aggiungerà il 100% del totale versato dai dipendenti. Il Fondo è amministrato dagli operai.

Le colonie accolgono i figli dei dipendenti, nel caso di Morterone, i dipendenti stessi bisognosi di cure o di riposo.

È attesa, frequentata e ricordata la gita sociale che l’Azienda organizza ogni anno.

Coinvolgersi e Saper coinvolgere

I figli ancora piccoli, GRB si coinvolge nelle vicende italiane.

Esonerato dal servizio militare per necessità industriali dedica tutta la sua attività al montaggio  di 200 teleferiche indispensabili per la strategia della guerra in montagna.

L’installazione di un’importante impianto sul Pasubio, negli anni 1915 e 1916, da lui personalmente diretta condividendo i rischi e i sacrifici dei combattenti di prima linea, fa guadagnare a lui Civile, una Medaglia al Valore Militare.

Partecipa attivamente alla vita della Città, soprattutto riesce a ‘fare squadra’ stimolando la partecipazione attiva di aziende, imprenditori e cittadini.

In appunti manoscritti indirizzati al Comune leggiamo:

…noi abbiamo zone che industrialmente hanno un avvenire indiscutibile, ma le comunicazioni della citta sono ancora le stradicciole dei Promessi Sposi. A tali condizioni di cose si deve provvedere se non si vuole vedere una iniziativa industriale emigrare in zone più comode e meglio servite. Ai binari penseranno certamente gli industriali, anzi pare già vi sia qualche accordo per una azione collettiva a tale scopo. Alle strade ordinarie invece devono pensare seriamente le nostre amministrazioni comunali, le sole che hanno i mezzi legali per provvedere in modo sicuro, economico e sollecito…

I binari verranno effettivamente realizzati dalla Società Raccordi e festeggiati da tutto lo stabilimento nel 1930.

Quale Presidente della Camera di Commercio anima la realizzazione delle Mostre Quinquennali Agricole e Industriali dei Prodotti locali.

Nel 1913 entra nella Canottieri Lecco. Sarà Presidente per quasi 50 anni profondendovi entusiasmo ed energie. La Canottieri sarà per lui come una seconda casa.

Probabilmente memore della malattia che ha infierito nella sua famiglia, la tubercolosi,

provvederà alla realizzazione dell’Istituto Lecchese per la Cura e la Profilassi della Tubercolosi.

Particolare attenzione verrà dedicata all’Asilo di Castello, di cui curerà la realizzazione, dal progetto fino alla scelta e alla installazione delle cucine. Sarà una cucina AGA, come quella della sua famiglia.

La politica

Fu liberale prima del ventennio, poi iscritto al partito fascista e di nuovo liberale. A un dipendente che gli chiede per chi vota risponderà in dialetto “voterei liberale, ma siccome contano poco voto DC”. Al figlio Antonio, formatosi nel corso del ventennio, scrive ripetutamente di stare fuori dalla politica.

Nel maggio 1945 viene fatto oggetto di violenti attacchi da parte degli operai in agitazione: trova sbarrato l’accesso che dal giardino di casa lo conduce ogni giorno in fabbrica, non si rassegna e tenta di raggiungere la fabbrica dalla strada. Davanti ai cancelli della fabbrica lo accolgono minacce e insulti.

Fu un allontanamento non senza contraddizioni come si evince dalla lettera che segue:

“Il mattino dell’11 maggio il Comitato di Liberazione Aziendale mi ha verbalmente notificato che, essendo pendente contro di me e contro l’Ing. Gattini, direttore del nostro stabilimento di Lecco, denuncia di epurazione, non poteva esserci consentito l’ingresso nella fabbrica e negli uffici. La stessa Commissione ha tuttavia approvato che io continuassi ad occuparmi delle trattative con l’Amministrazione delle Ferrovie dello Stato per il ripristino di alcuni attraversamenti ferroviari nell’interesse del paese e dell’officina”.

- GRB, 4 Giugno 1945, Lettera a Ing. Giuseppe Bianchi, Alto Commissario delle Ferrovie dello Stato

GRB continuerà per qualche tempo a occuparsi della fabbrica dallo studio di casa.

Nella sua memoria difensiva troviamo queste affermazioni:

“Nello stabilimento Badoni non si è mai fatto della politica, né contro i neri né, contro i rossi; non si sono mai attuati ostracismi. Tanto per dire, i capi del movimento di occupazione delle fabbriche del 1920 sono tuttora alle dipendenze della ditta e possono attestare se nei trattamenti a lor fatto vi sia stata ombra di persecuzione. Molti altri operai militanti nei partiti di estrema sinistra possono dire se hanno mai avuto persecuzioni da parte nostra”.

- GRB

Era un non fare politica a suo modo politico, con un obbiettivo solo in vista: che la sua fabbrica lavorasse e non si dovessero mandare a casa gli operai.

Il 14 ottobre 1945 una festa di riconciliazione con gli operai segnerà la fine di un periodo difficile e doloroso per tutti.

Più delle parole le foto testimoniano la qualità del rapporto tra GRB e la Commissione Interna.